Carta docente anche ai precari della scuola: viste le continue sentenze, il Ministero dovrebbe darla sin dal prossimo anno scolastico.
Claudia Scalia scuolainforma
Carta docente ai precari: se gli spetta perché non darla?
Il giudice ha spiegato che “è noto che l’interpretazione delle norme comunitarie è riservata alla Corte di Giustizia, le cui pronunce hanno carattere vincolante per il giudice nazionale, che può e deve applicarle anche ai rapporti giuridici sorti e costituiti prima della sentenza interpretativa. A tali sentenze, infatti, siano esse pregiudiziali o emesse in sede di verifica della validità di una disposizione, va attribuito il valore di ulteriore fonte del diritto della Unione Europea, non nel senso che esse creino ex novo norme comunitarie, bensì in quanto ne indicano il significato ed i limiti di applicazione, con efficacia erga omnes nell’ambito dell’Unione (per tutte, Cass. 8.2.2016, n. 2468)”. Se la posizione dei tribunali è questa, ovvero che dopo la pronuncia della Corte di Giustizia Europea si può solo accogliere la richiesta di chi si rivolge ai giudici per ottenere la carta docente, non sarebbe più semplice se il Ministero decidesse di assegnarla loro sin dal prossimo anno?
Ai precari non si può negare la Carta del docente
Anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief (che tempo fa avevamo intervistato su questa tematica), ribadisce che l’Ordinanza della Corte di Giustizia europea 450/22 non può essere smentita dai giudici, in quanto ha una valenza troppo elevata per essere contraddetta. Il Consiglio di Stato, con la sentenza 1842 del 16 marzo 2022, ha detto che ai precari non si può negare la Carta del docente. E’ naturale pensare che tutti vogliano ricorrere in tribunale a far valere i propri diritti. Il che comporta per il Ministero, non solo il pagamento degli arretrati spettanti, ma anche delle spese.
E se tutti i precari chiedessero al giudice di ricevere gli arretrati della carta docente? Immaginate quanto verrebbe a costare al Ministero dell’Istruzione. La via più naturale e corretta non sarebbe quindi colmare la lacuna della legge che la prevede solo per il personale di ruolo, e darla ai precari sin dal prossimo anno scolastico? Purtroppo non sempre ciò che appare più logico e corretto è ciò che poi viene fatto. E a pensarci, aver deciso che un docente solo perché precario non ha diritto alla formazione come uno di ruolo, ha già dell’incredibile.