di Salvo Intravaia, la Repubblica

Marche, Lazio e Sardegna sono le regioni con più privatisti, scendono invece del 12% in Toscana.

Crescono i maturandi delle scuole private. Gli studenti che fra meno di due settimane si presenteranno all’esame di Stato del secondo ciclo saranno in tutto 536mila, oltre 3mila e 600 in meno rispetto allo scorso anno. Il calo demografico inizia quindi a imporre i propri effetti anche sugli esami di maturità, ma solo nelle scuole statali. Perché coloro che hanno scelto una scuola paritaria per affrontare l’ultima sfida della carriera scolastica sono in aumento. I numeri diffusi qualche giorno fa dal ministero dell’Istruzione e del merito parlano chiaro e descrivono un trend ormai in atto da due anni. Mentre gli studenti delle statali che si presenteranno al cospetto delle commissioni per sostenere le due prove scritte e il colloquio conclusivi calano dell’1,3% nelle scuole di Stato, le ragazze e i ragazzi che si sono affidati a una paritaria crescono del 5%. Il dato è a macchia di leopardo sul territorio nazionale.

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Le regioni con più privatisti

In alcune regioni, come Marche, Lazio e Sardegna, si registrano incrementi più consistenti: più 29% nel primo caso, più 10% nel secondo caso e più 15% nel terzo caso. Mentre in altre regioni si assiste al fenomeno opposto: in Toscana addirittura i candidati delle paritarie calano del 12%. Per Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, sulla scelta di tanti ragazzi di celebrare l’ultimo rito della loro carriera scolastica presso una paritaria potrebbe avere influito un elemento. “Il ritorno – spiega Giannelli – alla commissione con 3 membri interni e 3 commissari esterni. Ma anche il ritorno alla formula dell’esame con due prove scritte nazionali e il colloquio che scaturisce dalla riforma del 2015, applicata soltanto per un anno prima del Covid. È possibile – ribadisce il presidente di Anp – che una parte di studenti, intimoriti per il ritorno alla formula piena, ritenga di potere affrontare le prove in maniera più agevole presso una paritaria”.

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Il trasferimento dalla scuola pubblica

Una parte dell’incremento che si è registrato nelle private è dovuto agli studenti che, dopo avere frequentato quattro anni presso una scuola statale, hanno deciso di trasferirsi in una privata. È il caso di Dario, che fino allo scorso anno frequentava il liceo scientifico a Palermo in una scuola statale. Ma che all’inizio di quest’anno ha deciso di trasferirsi in una scuola paritaria cattolica. “Il mio trasferimento – racconta – è stata una scelta ponderata. Non è stato per la mole eccessiva di compiti che assegnavano i docenti della scuola statale, ma per le modalità di insegnamento di alcuni di loro. E alla fine, ho deciso di cambiare ambiente. Non comprendevo – continua – la pressione da parte di alcuni professori intenti a farci studiare più intensamente, paradossalmente, le materie non di indirizzo, quelle umanistiche. Non amando questo approccio, sotto la spinta di mia madre ho iniziato a frequentare l’ultimo anno di liceo in questo nuovo istituto, in cui mi sono sentito sin da subito ben accolto e seguito, probabilmente anche grazie al numero estremamente inferiore di studenti in classe. In particolar modo – aggiunge – sono rimasto affascinato dall’istruzione ignaziana, che è dedita a seguire noi adolescenti anche al di fuori dell’orario scolastico, per formarci prima che come studenti, come persone che devono imparare a vivere nel mondo a contatto con gli altri”. Anche Gabriele ha deciso di cambiare aria. Ma ha scelto una paritaria laica. “Ho deciso di trasferirmi – spiega – perché non mi trovavo bene con alcuni professori e a metà del quarto anno anche per problemi miei personali ho deciso di andare alla privata dove sono molto più seguito e aiutato. Non per demeriti della vecchia scuola – precisa – ma semplicemente perché adesso mi trovo in una classe di 8 studenti, dove si studia bene ed è difficile distrarsi. I professori spesso chiudono un occhio e ti motivano sempre, c’è un rapporto quasi di amicizia con loro che provano a venirti sempre incontro”.